Storia di Cinisello Balsamo - Pro Loco Cinisello Balsamo

Vai ai contenuti

Storia di Cinisello Balsamo

info

DALLE ORIGINI ALL’ETA’ MODERNA


Delle origini di Cinisello e Balsamo (i due centri vanno infatti considerati separatamente, e tali rimasero sino al 1928), che risalgono sicuramente all’età romana e oltre, si conosce ben poco; scavi sporadici e indagini archeologiche non sistematiche hanno comunque messo in luce testimonianze di età romana e longobarda. In particolare l’origine della chiesa di S. Eusebio (che conserva ancora un piccolo gruppo di iscrizioni) è da riconoscere con tutta probabilità in una villa romana. Si ritiene che il toponimo Cinixellum (forma attestata già nel medioevo) derivi dal latino cinisia ‘cenere’, e che denoti quindi un colorito cinerino del terreno (del tutto fantasiosa è invece la derivazione tradizionale da cinis Aelli, ‘sepolcro di Elio’). Il toponimo Balsamo (già attestato nell’879), che si è voluto ricollegare ad un nome di persona, potrebbe invece essere avvicinato al latino Balsamum, ‘albero del balsamo’, secondo una derivazione frequente in Lombardia dei toponimi dai nomi della vegetazione. La quasi totale mancanza di documenti relativi ai due comuni nel periodo che va dalla caduta dell’impero romano all’epoca comunale non ci consente di tracciare un quadro storico ben preciso. Risale al VI secolo la prima notizia relativa all’esistenza di un piccolo borgo a nord di Milano denominato Balsamo dalla quale risulta che sin dagli inizi del Cinquecento fosse di proprietà degli Arcivescovi di Milano. Le prime notizie sull’esistenza di Cinisello risalgono invece alla fine del X secolo. Durante il feudalesimo Cinisello e Balsamo vennero inclusi nel Contado della Martesana, che era suddivisa in quattordici Pievi Ecclesiastiche che formavano la Diocesi Milanese, sotto le dirette dipendenze della ‘giudicaria comitale’ di Milano. Con il progressivo organizzarsi del comune di Milano e di tutto il contado della Martesana, il regime feudale subì un duro colpo dando così un notevole impulso alla trasformazione dei loci in liberi comuni (i ‘municipi rurali’). Sotto la dominazione di Federico Barbarossa, il Contado della Martesana venne diviso in due; quella Antica o Media e l’Abduana a cui vennero aggregati i borghi di Balsamo e di Cinisello. Durante la lotta tra i Comuni e l’Impero, che mirava a limitarne l’autonomia, nel 1158, in concomitanza con il primo assedio di Milano, allo scopo di impedire i rifornimenti alla città assediata, il Barbarossa ordinò la totale distruzione di tutti i vici e i loci della Martesana in un raggio di 16 miglia. Anche Cinisello e Balsamo vennero saccheggiati e rasi al suolo. Nel 1183, a seguito della pace di Costanza, i due borghi, e con loro tutti quelli della Martesana, dopo una lunga e faticosa ricostruzione, vennero sottoposti al Comune di Milano. Contemporaneamente si diffuse in tutta l’Italia settentrionale il movimento religioso degli Umiliati che contribuì in modo evidente allo sviluppo e alla riorganizzazione di attività artigianali quali la lavorazione della lana e quella delle pelli. Tutto il territorio milanese pullulò di case appartenenti all’Ordine; da un Catalogo dell’Ordine del 1298 risulta che una di dette case comuni esisteva sin dal 1291 anche a Cinisello, probabilmente eretta tra il borgo vero e proprio e S. Eusebio.
Il 12 novembre 1385 Gian Galeazzo Visconti, nel frattempo diventato Duca, dichiarò che il territorio dalla città di Milano si estendesse anche ai sobborghi; così Cinisello e Balsamo, che sino a questo momento avevano fatto parte della Martesana, passarono direttamente sotto il controllo di Milano.
I due borghi videro, tra il 1530 e il 1546, aumentare la propria popolazione. Attraverso i documenti sappiamo che il censimento del 24 settembre 1530 fece registrare 105 abitanti e 41 fuochi a Cinisello e 99 abitanti e 43 fuochi a Balsamo. Il censimento del 1546 fece registrare rispettivamente 182 abitanti e 55 fuochi a Cinisello e 177 abitanti e 65 fuochi a Balsamo. Fu soltanto a partire dal 1572 che il Cardinale di Milano Carlo Borromeo diede disposizione ai parroci della Diocesi affinché raccogliessero dati, annotazioni e memorie sui paesi e sui loro abitanti. A Cinisello la prima registrazione avvenne nel 1574; a Balsamo addirittura nel 1583. Fra il 1576 e il 1577 tutto il Contado venne investito da una epidemia di peste; nel 1630 ancora una volta la pestilenza fece sentire i suoi colpi. Cinisello registrò ben 80 morti.
Tra il XVI secolo e gli inizi del XVIII Cinisello e Balsamo vennero scelti dalle famiglie patrizie come luoghi di villeggiatura o come residenze stabili. Risale a questi secoli la costruzione di numerose ville dislocate su tutto il territorio. Gli storici dell’architettura danno per certa la costruzione di Villa Ghirlanda a Cinisello alla fine del '500. Un altro edificio di valore architettonico è Villa Arconati, anch'essa a Cinisello, edificata presumibilmente verso la fine del '600. Nel '700 vennero costruite le ville Suigo-Caorsi e Lampugnani-De Ponti. Anche il territorio di Balsamo si arricchì di prestigiose ville; nel 1630 venne edificata la villa Pecchio-Orsini-Protti. A questa fece seguito, ai primi del '700, la villa Pallavicini-Mantovani e, da ultimo, quella denominata Di Breme-Gualdoni. La più nota per il suo valore artistico e architettonico è quella fatta erigere nel 1700 dalla famiglia Ferrari e acquistata nel 1740 dal Conte Francesco Stampa. Nel 1905 tutto il complesso divenne proprietà del Marchese Casati Soncino da cui prese poi il nome. Sotto il regno di Carlo VI, il 20 maggio 1733, si stabilì che i due borghi di Cinisello e Balsamo facessero parte di un Marchesato, unitamente ai comuni di Desio, Bovisio, Cassina Savina, Varedo e Vedano. Sempre sotto Carlo VI il Marchese Carlo Stampa di Soncino ricoprì la carica di generale e ottenne dal sovrano l’immunità legale del proprio palazzo con diritto di guarnigione militare, sentinella al portone principale e sei pezzi di cannone per la difesa. In questo periodo dipendevano da Balsamo alcune cascine tra cui risultano, in un documento del 1761, quelle di Robecco, Cornaggia e Boccabella. Anche nei dintorni di Cinisello venne registrata, a quell’epoca, 1’esistenza di alcune cascine. La più nota risultò la Nigozza che risaliva alle fondazioni Umiliate del XIII secolo. Altra cascina appartenente al comune di Cinisello fu quella denominata Vallo.
Sotto la dominazione austriaca, con Maria Teresa, la saggia amministrazione e le riforme fecero rifiorire sul territorio l’agricoltura, il commercio e l’industria. L’imperatrice istituì il ‘convocato’, ente di controllo composto da notabili che decidevano sulle nomine e sulle spese comunali. Cessate così le malversazioni del denaro pubblico tutti i settori della vita pubblica godettero di notevoli benefici. Il benessere portò anche un notevole incremento demografico registrato con il censimento del 1770. Alla morte di Maria Teresa il territorio della Lombardia fu a più riprese oggetto delle mire di Napoleone Bonaparte, sino alla sua definitiva incoronazione a Re d’Italia.
Sino a circa la metà del XIX secolo l’istruzione scolastica era stata assai trascurata. Se l’obbligatorietà fu imposta per legge solo dopo l’Unità d’Italia, abbiamo notizie che probabilmente, già a partire dalla fine del '700 e gli inizi dell'800, l’attività scolastica fosse presente, seppure in forma privata, a Cinisello Balsamo. In un documento esistente dal 1780 presso la Pieve di Desio rileviamo che il parroco di Balsamo don Giovanni Castiglioni formulava la richiesta ai suoi superiori di poter istruire i suoi parrocchiani analfabeti. Così scriveva: "... la moltitudine del popolo richiederebbe un Sacerdote che insegnasse a leggere e scrivere gratis". Dall’Unità d’Italia fino alla fine del secolo la popolazione dei due paesi subì fasi alterne così come è comprovato dai tre censimenti effettuati nel 1861, 1871 e 1881. Nel 1860 primo atto del Regno d’Italia fu la nomina dei sindaci dei comuni. Fino ad allora sia Cinisello sia Balsamo erano stati diretti da una Deputazione Comunale; a salvaguardia della libertà civica era preposta una Guardia Nazionale formata da un corpo di cittadini volontari. Grazie all’interessamento delle autorità locali la popolazione iniziò a beneficiare di alcuni servizi di primaria importanza. Nel 1890 la Ditta Heschel istituì, per conto della ‘The Lombardy Road Railways Co. Ltd.’ di Londra, il primo servizio di trasporto pubblico, mediante un tram a vapore, che collegava Milano a Cinisello e Balsamo. Detto tram, che prese poi il nome di ‘gamba de legn’, funzionò fino al 1913, anno in cui fu sostituito da quello a trazione elettrica. A partire dal 27 novembre 1892 i due comuni poterono usufruire di un proprio ufficio postale; servizio che sino ad allora era stato svolto da quello di Sesto S. Giovanni. In un primo momento venne istituito un solo ufficio di seconda classe a Cinisello, poi, nel 1911, ne venne aperto uno anche a Balsamo. Tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX i lavoratori dei vari settori crearono una serie di associazioni a tutela dei loro interessi.
Nel 1898, causa l’aumento del prezzo del pane, si verificarono ovunque tumulti e proteste. A Cinisello i contadini, sostenuti dalla popolazione, manifestarono contro i padroni e i signori locali riuscendo a ottenere sensibili migliorie su tutte le loro rivendicazioni.


CINISELLO BALSAMO OGGI


Sull’esempio dei socialisti sorsero a Cinisello e a Balsamo le prime organizzazioni proletarie in difesa dei diritti dei lavoratori. Nel 1902 venne fondata la Lega dei Lavoratori, forte soltanto di tre categorie di prestatori d’opera: i contadini, i muratori e i falegnami. Nello stesso anno sorse, in contrapposizione alla Lega, una Associazione tra proprietari e fittavoli. Tra il 1905 e il 1906 prese corpo una organizzazione affiliata alla Confederazione Italiana dei Lavoratori cattolici, denominata Lega del Lavoro o Lega Bianca. Sempre nel 1906 venne fondata la Lega della Società di Mutuo Soccorso ‘San Sebastiano’ con lo scopo di ottenere sussidi finanziari in caso di malattia. Agli inizi del secolo i due comuni si posero, pure, alla testa del movimento cooperativistico. Tra il 1903 e il 1913 sorsero numerose cooperative di vario tipo. I diversi movimenti affrontarono con decisione le elezioni amministrative del 1912. La Lega dei Lavoratori riuscì a far eleggere un suo esponente, l’ingegnere Abele Confalonieri, quale sindaco di Cinisello. Egli sostituiva Natale Confalonieri, alla cui generosità si deve la costruzione del Palazzo Comunale e della scuola elementare. A Balsamo venne invece riconfermato Carlo Martinelli, già in carica dal 1904. In merito agli esiti di questa tornata elettorale, l’Archivio Comunale non registra dati precisi.

Se ai primi del '900 nelle grandi città già esisteva la luce elettrica, sia Cinisello sia Balsamo dovettero aspettare il 1913 per vedersi installati, a cura della società Banfi di Monza, i nuovi impianti d’illuminazione. Nel corso dello stesso anno i due comuni ottennero 1’erogazione del gas da riscaldamento, attraverso un contratto stipulato con la Ditta Gas di Milano.
Durante la Prima Guerra Mondiale Cinisello e Balsamo contribuirono in modo pesante al reclutamento dell’esercito, contando numerosi caduti. Alla fine del conflitto, la disoccupazione, il costo della vita, la svalutazione della moneta contribuirono a diffondere disagio e malcontento nel paese. Ovunque si scatenarono manifestazioni popolari, scioperi, disordini che sfociarono nel 1920 nell’occupazione delle fabbriche. Cinisello e Balsamo, che già prima della guerra, si erano evoluti in senso operaio e cooperativistico, risultarono tra i comuni più attivi alle manifestazioni di massa. Questo atteggiamento valse loro la fama di comuni turbolenti; fama che li vide costretti a subire, con l’avvento del fascismo, violenze e distruzioni provocate dalle camicie nere. Il 1921 vide per l’ultima volta gli italiani recarsi alle urne liberamente. Tanto Balsamo, quanto Cinisello registrarono ancora il trionfo dei socialisti. Ma già il 3 novembre 1922 i due sindaci eletti, rispettivamente Francesco Sironi e Antonio Pacchetti, furono costretti a rassegnare le dimissioni su imposizione del Direttorio del Fascio di Monza. Sempre nel 1922 veniva fondata a Cinisello la prima sezione del Partito Comunista Italiano. Il particolare clima politico locale fece sì che, tra il 1922 e il 1925, sia Cinisello sia Balsamo fossero protagonisti di episodi di intolleranza da parte delle squadre fasciste. Malgrado il clima d’intimidazione, alle elezioni del 6 aprile 1924, i cinisellesi e i balsamesi rimasero sulle posizioni politiche del periodo pre-fascista. Sebbene sconfitti, i fascisti si insediarono nelle giunte comunali e nel giugno di quello stesso anno, il comune di Balsamo e quello di Cinisello conferirono a Benito Mussolini la ‘Cittadinanza Onoraria’. Nel frattempo la popolazione dei due paesi era costantemente tenuta sotto pressione dalle camicie nere.
I sindaci allora in carica, Carlo Martinelli per Balsamo e Emilio Baj Macario per Cinisello, vennero riconfermati, sempre nel 1926, con la nomina a podestà.
Il 13 settembre 1928, con Regio Decreto n. 229, i due comuni, che contavano complessivamente poco più di 8.000 abitanti, vennero uniti sotto la denominazione Cinisello Balsamo.
Prima della guerra il paese si reggeva quasi totalmente su un’economia agricola, anche se una certa componente operaia era cresciuta grazie alla vicinanza di due importanti centri industriali quali Milano e Sesto San Giovanni. A partire dagli anni cinquanta si verificarono forti incrementi nel settore industriale che determinarono un pendolarismo massiccio verso Cinisello. I proprietari dei terreni, cedendoli alle industrie che iniziavano in quegli anni 1’esodo dalle città, videro aumentare in modo notevole il loro reddito. L’industrializzazione portò benessere, ma creò anche molti problemi, tra cui quello dell’abitazione che richiese molti sforzi finanziari. Esso venne risolto, oltre che da Enti privati, dalle locali cooperative edificatrici quali La Previdente, La Nostra Casa, l’Aurora, la Diaz e la Matteotti che nel giro di pochi anni provvidero a costruire molti palazzi in varie zone della città. Nel 1951, in piena immigrazione, gli abitanti di Cinisello Balsamo salirono a 15.336.
Se fino all’immediato dopoguerra Cinisello non era altro che un grosso paese di provincia il cui centro si identificava nelle due chiese principali, nel Municipio e nella piazza principale, l’industrializzazione, la massiccia immigrazione, lo sviluppo urbanistico e demografico, comportò per il Comune non pochi problemi da risolvere. Primo fra tutti fu quello di dover programmare gli investimenti in modo da garantire strutture adeguate per l’istruzione, il tempo libero, i servizi primari, le aree da destinare al terziario. Nel 1953 venne istituito il Corpo dei Vigili Urbani; dal 1959 si ebbe una stazione dei Carabinieri. Nel 1956 il vecchio tram fu sostituito da un più efficiente servizio di autolinee. L’espansione senza soste dello sviluppo cittadino fece sì che dal censimento del 1961 la popolazione risultò più che raddoppiata. Gli immigrati, specialmente all’inizio, vissero l’impatto con Cinisello, più come occasione di lavoro che come vera e propria opportunità urbana.
Nel decennio che va tra il 1960 e il 1970, che vide Enea Cerquetti come sindaco, Cinisello Balsamo raggiunse il suo apice nel campo industriale e del terziario. A ciò si aggiunse un notevole incremento della popolazione salita a 77.284 abitanti nel 1971.
Per tale motivo il Presidente della Repubblica Giovanni Leone, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nel 1972 decretò di aver concesso al "Comune di Cinisello Balsamo in provincia di Milano il titolo di città". L’elevato numero di aziende e i numerosi operatori del commercio installatisi sul territorio indussero gli stessi a organizzarsi creando sezioni locali di industriali e commercianti. Vi fu, pure, un fiorire di associazioni sportive; vennero, pertanto, costruiti dal Comune campi di calcio, palestre, piscine. Non mancò neppure la creazione di Circoli culturali. A queste iniziative a carattere ricreativo e culturale si affiancarono altre a indirizzo umanitario e sociale, rette per lo più da volontariato. Tra loro spiccano la sezione locale della C.R.I., l’A.V.I.S., l’A.I.D.O., le A.C.L.I., ecc. Anche il servizio sanitario venne, nel corso degli anni, notevolmente potenziato. Nel 1970 venne aperto al pubblico il Dispensario Antitubercolare, nel 1973 il Poliambulatorio Comunale.
Nel 1980 entrò in funzione l’Ospedale Bassini. Verso la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta molte furono le realizzazioni a sfondo sociale. Nel 1967 la Fondazione Martinelli inaugurò la Casa di Riposo per anziani. Nel 1970 la città si gemellò col compartimento 10 di Praga e nel 1972 coi comuni siciliani di Piana degli Albanesi e Mazzarino. Sempre nello stesso periodo venne costruito il Palazzetto dello Sport. L’impianto, capace di tre palestre di varie dimensioni, venne dedicato a Salvador Allende. Nel 1971 vennero istituiti i dieci Consigli di Quartiere, sostituiti nel 1979 con cinque Consigli di Circoscrizione. Sempre negli anni Settanta vi fu la creazione di alcune scuole superiori a indirizzo professionale.
Gli anni Ottanta hanno visto la realizzazione del Parco Nord sul quale si affacciano, pure, i comuni di Milano, Bresso, Sesto San Giovanni e Cusano Milanino. Esso si estende su un’area di sei milioni di mq. di cui circa la metà risulta di pubblica proprietà. Cinisello Balsamo, oltre al bellissimo parco di Villa Ghirlanda, conta altri parchi minori inseriti in alcune ville settecentesche private. Dal 1987 il Comune ha istituito il premio, per i cittadini benemeriti, ‘Spiga d’Oro’ in ossequio alle radici contadine di Cinisello Balsamo. Il censimento del 1991, dopo decenni caratterizzati dal costante aumento della popolazione, ha fatto registrare, per la prima volta, un sensibile calo. Dagli oltre 80.000 del 1981, si passa a 74.597 residenti al 31 dicembre 2000.
Dall'ultimo censimento (Agosto/2018) i residenti risultano essere 75.607.


LO STEMMA COMUNALE E IL GONFALONE


Già dal 1950, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri datato 19 maggio, Cinisello Balsamo è stata autorizzata a fregiarsi dello stemma comunale e del gonfalone. Lo stemma, su fondo rosso (Balsamo) e azzurro (Cinisello), presenta, rispettivamente, un pastorale e una spada, manicati d’oro in Croce di S. Andrea (a indicare che Balsamo, sin dall’anno mille apparteneva ai vescovi di Milano) e un leone rampante coronato di oro, che tiene nella destra una doppia croce ospedaliera (simbolo dell’Ospedale San Simpliciano al quale Lanfranco Pila aveva lasciato tutti i suoi possedimenti di Cinisello). Il gonfalone, a coda di rondine, consta di un drappo rosso e azzurro riccamente ornato d’argento con impresso lo stemma comunale e con l’iscrizione in argento ‘Cinisello Balsamo’. Le parti in metallo e i cordoni sono argentati, mentre l’asta è ricoperta di velluto rosso e azzurro con bullette a spirale. E’ completato con nastri tricolori fregiati in argento.



Informazioni tratte dall'articolo "Cinisello Balsamo dalle origini al XX secolo"a cura di Francesca Prina.


                                             



info@prolococinisellobalsamo.it
Piazza Gramsci, 58
20092 Cinisello Balsamo (MI)
Created by FV
Torna ai contenuti